L’avvocato Giulia Bongiorno si candida con la Lega: «Salvini è concreto, come Andreotti»

«Al ministero della Giustizia no, per carità. Non spaventiamo i clienti del mio studio». Risponde così il super avvocato Giulia Bongiorno al termine di una lunga giornata in cui Matteo Salvini ufficializza con molti squilli di tromba la sua candidatura nelle liste della Lega. Così, abituata da sempre ai riflettori, non si scompone più di tanto la penalista che negli anni ha difeso Giulio Andreotti dalle accuse di mafia, Raffaele Sollecito (che ora le augura di essere eletta) per l’omicidio di Meredith Kercher e pure il collega di Forza Italia Niccolò Ghedini nel Ruby-ter: «Salvini mi piace per la nitidezza delle idee in materia di sanzioni e di regole, e visto che io vengo dalla scuola di Andreotti dico che anche il presidente era ancorato alla concretezza. Una delle prime riviste di Andreotti si chiamava, appunto, “Concretezza”». Dunque Giulia Bongiorno — che tra Andreotti e Salvini ha avuto un’infatuazione politica per Gianfranco Fini, fino al violento strappo da Berlusconi del 2010 — sposa la causa della Lega. Ma nel centrodestra c’è chi, come Carlo Giovanardi, ha memoria lunga: «Avrei gradito che l’avvocato Bongiorno, che il 14 dicembre del 2010 dai banchi di Futuro e Libertà votò la sfiducia al governo Berlusconi, avesse motivato la sua adesione alla Lega alleata di Forza Italia».

Gli «eroi leghisti» applaudono

In realtà, l’avvocato Bongiorno — che da presidente della commissione Giustizia ha dato non pochi dispiaceri ai colleghi azzurri impegnati con le leggi «ad personam» — ha poi mantenuto un rapporto più che solido con Niccolò Ghedini che si sarebbe confermato il più stretto consigliere di Berlusconi: «Con Niccolò, che ho pure difeso in tribunale, ci sentiamo spesso». La lunga marcia di avvicinamento verso la Lega dell’ex allieva del professor Franco Coppi inizia in uno studio televisivo. Poi da cosa nasce cosa. E così Salvini, colpito dalla concretezza giuridica della sua interlocutrice, la invita a tenere una lectio magistralis davanti a 6 mila leghisti convocati a Verona, nel giorno della Festa della Liberazione, sul tema «La difesa è sempre legittima». Il successo è enorme. E le parole d’ordine non lasciano spazi all’immaginazione: «Se un ladro entra in casa mia apro il fuoco». Ad applaudire ci sono anche gli eroi dei leghisti — il benzinaio Graziano Stacchio, il gioelliere Roberto Zancan, il tabaccaio Franco Birolo — che reagirono con le armi (uccidendo i ladri) alle razzie subite. Dopo quel 25 aprile, la collaborazione Salvini-Bongiorno s’intensifica: «Ho curato le schede sulla giustizia per la Lega» che nell’autunno 2017 lancia pure una campagna contro gli sconti di pena del rito abbreviato sostenuti da Forza Italia. Poi ieri Matteo Salvini ha voluto dare la sua benedizione alla candidatura (capolista a Roma, Napoli e Palermo?) della new entry: «Lo faccio con orgoglio e presto avrete altre sorprese», dice il segretario. «Benvenuta nella Lega, Giulia», dicono le parlamentari Giuseppina Castiello, Barbara Saltamartini, Silvana Comaroli ed Erika Stefani. E a proposito della riapertura delle case chiuse, proposta da Salvini, l’avvocato Bongiorno osserva: «C’è il far west, serve una disciplina». Però sul machismo leghista Alessia Morani del Pd già parte all’attacco. «Stimo l’avvocato Bongiorno per le sue battaglie in difesa delle donne ma vorrei chiederle: cosa prova davanti alle parole di odio che Salvini e i suoi pronunciano?».

CORRIERE.IT

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