Boldrini: “Delusa per divisioni del centrosinistra, bisogna provare un accordo. Ma non a prescindere dal merito”

ROMA – “Io non sono affatto contenta della divisione del centrosinistra. Io sono per l’unità e bisogna cambiare rotta, ma sta aumentando il partito delle astensioni”. Sono le parole di Laura Boldrini ospite di Massimo Giannini e Jean Paul Bellotto a Circo Massimo. “Ho ho seguito con interesse il tentativo di Pisapia. Ma nel Pd siamo passati dal 40% delle Europee ai sondaggi del 25%, c’è stato uno smottamento. Non si è trovato un terreno comune”.

E sul tema caldo delle possibili alleanze alle Regioni, che sta dividendo la nuova formazione di LeU, il presidente della Camera apre a un possibile appoggio ai candidati del centrosinistra ma precisa la strada: “Zingaretti – spiega – ha ereditato una situazione complicata e la sua strada era in salita. Per Gori invece è diverso, lui ha fatto il sindaco, altra esperienza. Ma per dare appoggio serve condivisione di programmi – continua Boldrini – una stessa idea di scuola, di sanità, perché non ha senso fare alleanze contro, bisogna entrare nel merito”.

Se la sinistra si divide alle regionali del Lazio e della Lombardia sarà un regalo alla destra. E quindi all’appello dei “padri nobili” dell’Ulivo e del Pd, Romano Prodi e Walter Veltroni, si unisce anche il loro. Tutto si gioca oggi nelle due assemblee regionali convocate da Leu. Nel Lazio parteciperà Grasso; in Lombardia ci sarà Nicola Fratoianni, il segretario di Si, contrario all’accordo con Giorgio Gori.
“Appoggiare candidati Pd a regionali? Ci sono stati vari appelli di padri nobili, io penso che ci si debba lavorare ma deve essere chiaro che mettersi insieme solo per fare un’alleanza contro non funziona, bisogna convincere l’elettorato”, ha continuato la presidente della Camera ed esponente di Liberi e Uguali. “L’auspicio è che si vada sul merito e sui programmi e sul merito ci siano i punti di convergenza, “oggi ci saranno le assemblee dei delegati di Leu della Lombardia e del Lazio: vediamo cosa i delegati vogliono fare perché chi decide a livello nazionale non può bypassarli”.

Su un alleanza col Pd è possibilista, ma disillusa. “Io sono per l’unità ma si deve partire dalla volontà di cambiare rotta. Non c’è stata presa atto di cambiare rotta. Renzi? Non la metto sul personale, ma sicuramente la sua personalità è difficile”, aggiunge. In ogni caso un “patto prima del voto, è impensabile”.

I punti divergenti sono tanti, partono da lontano. “Non si fugge dalle guerra, non si fugge più. Nei capannoni avvengono gli abusi, le persone vengono vendute. Prima si deve andare a vedere quelle situazioni e poi trattare, non il contrario come dice Minniti”. Un altro errore del Pd. “Ci sono meno sbarchi perché le persone sono trattenute nei centri di detenzione in Libia”.

“In Italia c’è la Bossi-Fini e a me non piace ma c’è quella legge, e quella va rispettata. Chi entra irregolarmente non può restare sul territorio. Io darei dei permessi a chi cerca lavoro”. Insomma “la cambierei ma ci vorrebbe un’altra puntata per spiegare come”. “Salvini parla di sostituzione etnica? Io non sono d’accordo, ma quello che accade per i temi migratori è dovuto alla legge che hanno voluto loro con la legge Bossi-Fini, per non parlare anche del reato di clandestinità”, continua.

Certo, nel ventaglio delle possibili alleanze, resta impossibile convergere con i 5Stelle dopo le elezioni del 4 marzo: “Io credo che la democrazia italiana sia bella solida, ma sicuramente in questi anni ho visto come il comportamento del M5S ha fatto di tutto per delegittimare l’isitituzione parlamentare che è il cuore della nostra democrazia”. “Non vedo un punto di congiunzione con i Cinque stelle perché non sono un partito progressista di sinistra”.

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In trasmissione parte la registrazione di Berlusconi che difende la Deneuve. “Catherine Deneuve ha detto cose sante”, dice ospite di Porta a porta, commentando la lettera appello dell’attrice francese a proposito dello scandalo molestie nella quale dice: “Lasciamo agli uomini la libertà di importunarci”. “È naturale – dice il Cavaliere – che le donne siano contente che un uomo faccia loro la corte. Io non sono molto pratico perché sono sempre le donne a farmi la corte. L’importante è che la corte rimanga nell’eleganza”.

Boldrini commenta veloce, in poche parole. “Mi sembra che affrontare un tema del genere in questo modo è sminuirlo, non ha senso. C’è differenza tra “corteggiamento” e abuso di potere. Un conto è fare i complimenti, un altro dire ‘o fai questo o non lavorerai mai più’. Di cosa stiamo parlando?”. “Il corteggiamento è ben gradito quando corrisposto, ma qui parliamo di molestie. Vuol dire che non lavori se non mi concedi ciò che voglio. Questa è una cosa gravissima. Mischiare le due cose è mistificare un problema serio e non è accettabile”. “Non si può buttarla a tarallucci e vino, facendo finta che sia un argomento su cui ridere. Quando si parla di situazioni nelle quali c’è un esercizio di potere di un uomo su una donna, che passa per il ricatto sessuale, è una cosa gravissima. La vicenda molestie non è una cosa da sdoganare”.

Giannini le legge il post di Saviano su Fb. Sono parole di solidarietà e arrivano dopo l’ennesima falsa notizia girata in rete e su Whattsapp su un presunto figlio di un presunto fratello della presidente della Camera che lei avrebbe fatto assumere con un stipendio molto alto. “Non conosco questo Luca Boldrini, che non esiste, e non ho mai fatto assumere un mio parente nelle istituzioni” spiega Boldrini.

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Non è la prima volta che è vittima di catene di sant’Antonio false. Che ci sia “un mandante politico dietro alle fake news contro di me? Basta vedere i profili di chi scriveva le peggiori nefandezze sul mio conto. C’era un’agenda politica”. Come Matteo Salvini, i suoi continui attacchi. “Salvini? La distanza tra me e lui è abissale. La paura, la sopraffazione sono la sua cifra e lui è un simpatico signore che ha paragonato la terza carica dello Stato ad una bambola gonfiabile: non escludo di denunciarlo” continua e ricorda: “Fino a questo momento da presidente della Camera ho cercato di evitare denunce. Ma mi sono resa conto che da quando, ad agosto, ho iniziato a denunciare chi mi insulta sul web, le cose sono cambiate ma da quando ho iniziato a denunciare i leoni da tastiera si sono trasformati in conigli in fuga” continua.

“Le Fake news ora circolano su Whatsapp perché pensano sia più facile non risalire a chi l’ha diffusa. Sia chiaro io denuncio, perché in uno stato di diritto esiste la giustizia”.

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