Smog, questo sconosciuto: il nostro fact checking

alberto abburrà
 

L’inquinamento registrato in questi giorni è da record FALSO

 Le microparticelle nell’aria si distinguono in pm10 (con diametro inferiore a un centesimo di millimetro, 10 micrometri) e pm2,5 (diametro inferiore a 2,5 micrometri). I dati dell’Arpa dimostrano che oggi siamo a livelli decisamente inferiori rispetto agli Anni 70 (quando sono iniziate le rilevazioni). In questi giorni a Torino sono stati superati i 100 microgrammi di pm10 per metro cubo. Erano 250 di media nel 1973, 200 nel 1974, 240 nel 1975. Anche a Milano la situazione è paragonabile e mostra un trend decrescente. Come riporta il docente del Politecnico di Milano Stefano Caserini, che ha raccolto ed elaborato questi dati nel libro Aria pulita, «non c’è dubbio che la situazione negli anni sia migliorata».

Molte città italiane sforano regolarmente i limiti VERO

Torino, Milano e molte città del Nord, soprattutto nel bacino padano, superano decine di volte l’anno i livelli di guardia suggeriti dall’Organizzazione mondiale della Sanità e dall’Ue. L’Oms raccomanda di restare sotto i 10 microgrammi per metro cubo di pm2,5 (per l’Ue il limite è 25). In questi giorni a Torino si è arrivati oltre quota 70. Quanto al limite di pm10 (50 microgrammi per metro cubo) Torino nel 2017 ha già sforato 70 volte.

 

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L’inquinamento di Torino è come quello di Pechino FALSO

I livelli di particolato nell’aria sono altissimi ma fortunatamente siamo ancora lontani dai dati che riguardano Pechino. Negli ultimi anni la capitale cinese ha registrato picchi da 500 microgrammi per metro cubo di pm2,5. E va detto che Pechino non è la città cinese più inquinata. A Shijiazhuang alla fine del 2016 è stata superata la soglia dei 1000 microgrammi.

 

Con questi livelli di inquinamento ci sono gravi rischi per la salute VERO

I rischi per la salute esistono e sono serissimi. Secondo il rapporto Oms, circa 3 milioni di decessi all’anno sono legati all’inquinamento dell’aria esterna. Per l’Agenzia Europea dell’Ambiente nel nostro continente ogni anno si registrano oltre 500 mila morti premature a causa dell’inquinamento atmosferico, circa 20 volte il numero di vittime per incidenti stradali. L’Italia è in testa a questa triste classifica con una stima di 90 mila morti l’anno.

 

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Per proteggersi bisogna restare chiusi in casa o uscire solo con la mascherina FALSO

Rimanere in casa non mette al riparo dai rischi, anzi. Come spiega il dottor Roberto Prota, direttore del reparto di Pneumologia all’ospedale Mauriziano di Torino «parte delle pm2,5 può superare senza problemi gli infissi» e la mancanza di ricircolo dell’aria «rischia di moltiplicare l’inquinamento indoor». Le mascherine di carta o quelle in tessuto leggero non forniscono protezione. Idem per sciarpe e fazzoletti avvolti intorno alla bocca. Solo le mascherine di tipo FFP3 sono efficaci (trattengono oltre il 90% delle particelle). Vanno indossate con cura accertandosi che il bordo aderisca bene al volto.

 

Con la misura del blocco delle auto si risolve il problema FALSO

Lo stop o le limitazioni al traffico servono al massimo a non peggiorare la situazione. Per far scendere i livelli nell’aria occorrono pioggia o vento. Come spiega il professor Stefano Caserini del Politecnico di Milano «il problema dell’inquinamento andrebbe affrontato in modo più strutturato sensibilizzando i cittadini, ripensando l’uso dei combustibili e la mobilità urbana».

LA STAMPA

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