L’escalation in Catalogna spaventa l’Europa. A Milano Fca va al tappeto

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Manifestazione per l’indipendenza della Catalogna (Epa)

Il caos in Catalogna – con Barcellona e Madrid ormai allo scontro finale sulla richiesta d’indipendenza della regione – manda in rosso le Borse europee. Viene meno anche il sostegno di Wall Street, che ripiega dai massimi storici nonostante i sussidi settimanali Usa ai minimi da 40 anni. Milano e Madrid sono le peggiori con Piazza Affari, depressa daFiat Chrysler Automobiles (-6%), che chiude in ribasso dello 0,99%. Tre i motivi dietro il crollo del gruppo auto: il taglio della produzione dei modelli Alfa Romeo e Maserati in conseguenza delle nuove regole per le importazioni in Cina; una leggera limatura (-4%) delle stime sull’Ebit 2017 da parte di Goldman Sachs (martedì saranno diffusi i conti trimestrali) e qualche realizzo (il titolo ha guadagnato il 70% da inizio anno). A Milano vendite anche sulle banche, a partire da Bper (-3,2%), e su Mediaset (-1,8%) mentre difendono le posizioni le utility a partire da Italgas (+0,6%), che dopo la sconfitta nella gara per gli asset di Gas Natural in mattinata ha annunciato l’acquisto del gruppo veneto Enerco. Avanza Atlantia (+0,6%), che sarebbe pronta a rivedere l’offerta su Abertis per contrastare il rilancio di Acs. Bene Unipol (+1,9%) dopo che Jp Morgan ha avviato la copertura consigliandone l’acquisto (con target price a 5 euro) e sottolineando che le preoccupazioni sulle sofferenze di Unipol Banca sono eccessive. L’euro recupera terreno sul dollaro e arriva a quota 1,185 (da 1,179) e vale 113,28 yen. Dollaro/yen a 112,49. Arretra il greggio con il Wti che cede lo 0,8% a 51,6 dollari al barile.

Recupera Atlantia dopo contro-opa su Abertis
A Milano, recupera Atlantia all’indomani della contro-offerta di Acs-Hocthief su Abertis alternativa a quella della holding italiana. Intanto il consiglio di amministrazione della stessa Abertis si è espresso sulla offerta in corso di Atlantia a 16,5 euro per azione: «Tenendo conto dei termini e le caratteristiche si valuta l’offerta in modo positivo e attraente da un punto di vista industriale però considera che il valore dell’offerta in contanti è migliorabile», scrive il cda, che ha votato questo giudizio all’unanimità ed ha anche deciso di non aderire, in questa fase, con le azioni proprie, pari al 7,958% del capitale, all’offerta di Atlantia. Gli operatori finanziari però restano cauti sul titolo Atlantia perchè la partita Abertis sembra destinata ad allungarsi nei tempi e quindi a mantenere un forte livello di incertezza sull’esito finale e perché è concreto il rischio di una gara al rilancio per il gruppo infrastrutturale. Spicca in controtendenza Unipol su cui gli analisti di JpMorgan hanno avviato la copertura con il giudizio «overweight». («sovrappesare» l’esposizione). Bene anche Unipolsai su cui lo stesso broker Usa resta però «neutral». Recupera anche Italgas che ha annunciato una piccola acquisizione: quella della padovana Enerco Distribuzione per 51 milioni.

Fiat Chrysler sospesa, poi perde anche il 5%
Crollo improvviso per Fiat Chrysler Automobilesche scende di oltre il 5% in mattinata con ripetute sospensioni del titolo per eccesso di volatilità. I conti trimestrali sono martedì prossimo ma a pesare c’è anche un report di Goldman Sachs che si mostra un pochino meno ottimista sulle prospettive del gruppo auto, anche in vista della trimestrale che verrà diffusa martedì. La banca americana conferma il buy ma lima leggermente il target price a 25,3 euro. Il motivo? Goldman riduce del 4% le proiezioni sull’Ebit 2017, a causa di volumi di vendita più bassi nell’area Nafta, che calerà del 6% (contro il -2% stimato in precedenza. Tagliato anche l’Eps del terzo trimestre a 0,59 euro da 0,62 euro.

Il gruppo auto, inoltre, ha tagliato la produzione negli stabilimenti che producono modelli Alfa Romeo e Maserati per le nuove regole sulle importazioni in Cina, che hanno colpito le vendite. Secondo Automotive News, le vendite di Alfa e Maserati in Cina sono diminuite significativamente dopo che le autorità cinesi hanno introdotto una nuova regolamentazione dei rapporti fra produttori e concessionari che impedisce, inoltre, alle case automobilistiche di imporre ai venditori di acquistare stock di vetture.

Usa: nuovo forte calo delle richieste iniziali sussidi disoccupazione

Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono scese nel corso dell’ultima settimana di 22.000 unita’ a quota 222.000, contro le 244.000 della settimana precedente (rivisto al rialzo dalle 243.000 della prima stima). L’indice e’ migliore delle previsioni (239.000 unita’). Il valore si attesta in media sotto quota 300.000 da due anni e mezzo, la serie migliore dal 1970. La media delle quattro settimane, piu’ attendibile in quanto non soggetta alle fluttuazioni del mercato, e’ scesa di 9.500 a 248,250 unita’. Il numero complessivo dei lavoratori che ricevono sussidi di disoccupazione per piu’ di una settimana – relativo alla settimana terminata il 7 ottobre, l’ultima per la quale e’ disponibile il dato – e’ sceso a 1,888 milioni, il minimo dal 1973.

Indice Fed Filadelfia sale oltre le attese
Le condizioni del settore manifatturiero nell’area di Filadelfia hanno accelerato il passo in ottobre, attestandosi a un livello superiore alle previsioni. L’indice di riferimento calcolato dalla Federal Reserve di Filadelphia e’ cresciuto a 27,9 punti, dai 23,8 punti di settembre (invariato rispetto alla prima stima). Il dato e’ migliore delle previsioni degli analisti, che prevedevano un calo a 21,9 punti. Guardando alle singole componenti, quella sull’occupazione e’ balzata da 6,6 a 30,6 punti e quella relativa alle scorte e’ migliorata da -1,4 a 6 punti. Il dato sui nuovi ordini e’ sceso da 29,5 a 19,6 punti e quello relativa alle consegne e’ calato da 37,8 a 24,4 punti. La componente sui prezzi e’ cresciuta da 34,4 a 38,1 punti.

Euro/dollaro sopra quota 1,18: conto alla rovescia per le banche centrali

Il cambio euro/dollaro torna abbondantemente sopra quota 1,18: l’attenzione e l’attesa resta sulle banche centrali in vista della riunione Bce del 26 ottobre sulle modifiche al quantitative easing e sulle indiscrezioni in merito al prossimo sostituto di Janet Yellen alla guida della Federal Reserve. Oggi si dovrebbe tenere un colloquio tra la stessa presidente della banca centrale e il presidente Trump. In avvio l’euro incrocia il dollaro a 1,1816 da 1,1790 di ieri sera.

In calo il prezzo del petrolio (Wti novembre a 52 dollari al barile) tra la contrazione più significativa del previsto delle scorte Usa di greggio nell’ultima settimana e le crescenti chance di un prolungamento degli accordi tra Opec e altri Paesi esportatori sui tetti produttivi.

Bonos perdono terreno dopo Puigdemont ma aste non accusano colpo

I Bonos spagnoli accusano il colpo sul mercato secondario dopo il riacutizzarsi delle tensioni sulla questione dell’indipendenza della Catalogna. Il cambio di direzione è arrivato dopo che il presidente catalano Carles Puigdemont ha fatto sapere che dichiarerà l’indipedenza se il governo di Mariano Rajoy proseguirà nel suo intento di sospendere l’autonomia. I titoli decennali spagnoli hanno immediatamente perso terreno nei confronti del Bund tedesco e lo spread Spagna-Germania sulla scadenza decennale si è ampliato di 4-5 punti base fino a toccare i 127 punti base (per chiudere a 125) mentre il rendimento del Bono decennale è a quota 1,66%. Scarso invece l’impatto delle tensioni politiche sul mercato primario dove le aste sulle scadenza da 5 a 30 anni di questa mattina non hanno fatto registrare contraccolpi di rilievo (circa 4,5 miliardi emessi con una buona domanda). Nessun effetto contagio sui BTp, che vedono il rendimento sulla scadenza decennale stabile sui livelli della mattinata al 2,04% e lo spread contro Bund in area 165 punti base.

Uk: deludono vendite al dettaglio, giù la sterlina
Deludono le vendite al dettaglio della Gran Bretagna a settembre. Secondo i dati forniti dall’Ufficio nazionale di statistica le vendite al dettaglio sono scese dello 0,8% rispetto al mese precedente con un aumento annuo contenuto all’1,2 per cento. Le attese erano per una variazione nulla mensile e un progresso del 2,3% su anno. I dati sono stati accolti da una correzione della sterlina sia nei confronti dell’euro sia nei confronti del dollaro.

Cina: crescita resta solida, +6,8% nel III trimestre

La crescita della Cina ha visto un leggero rallentamento nel terzo trimestre che era atteso dai mercati con il Pil che e’ rimasto al di sopra dell’obiettivo fissato dal Governo di Pechino per il 2017. L’Ufficio nazionale di statistiche, all’indomani
dell’apertura del Congresso del Partito comunista, ha diffuso i dati del Pil del terzo trimestre che ha registrato una crescita del 6,8% su base annua nel periodo luglio-settembre, dopo un aumento del 6,9% nel primo e secondo trimestre dell’anno. Il dato, in linea con la previsione degli analisti, riflette fondamentali robusti e un ambiente imprenditoriale ancora forte e supera l’obiettivo di crescita di«circa il 6,5%» che il Governo ha fissato per il 2017. A settembre inoltre Pechino ha registrato una accelerazione della produzione industriale (+6,6% dal +6% di agosto) e un balzo delle vendite al dettaglio (+10,3%).

(Il Sole 24 Ore Radiocor Plus)

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