Dario Argento: «Surreali le accuse a mia figlia Asia sul caso Weinstein. Cinema marcio? Non è tutto così»

«Ho davvero poca voglia di parlare… L’ho promesso ad Asia: non intendo espormi. Voglio difendere mia figlia in tutti i modi e devo rispettare i suoi desideri in questo momento: lei ha intenzione di combattere da sola. E ce la farà». Dario Argento risponde al telefono con la voce strozzata dalla commozione. Le parole fanno fatica a venir fuori, si affievoliscono pian piano, fiaccate dal dolore che lascia un groppo in gola. La vicenda di molestie e violenze che sta travolgendo Hollywood e non solo, ha sconvolto soprattutto lui che ha sempre vissuto per il cinema. Ora si rende conto che quel mondo l’ha tradito tanti anni fa, colpendo proprio la sua famiglia e suoi affetti più cari. «Non ne sapevo niente, Asia non mi disse nulla al tempo.

Non potevo immaginare», dice. E poi cerca subito di proteggere sua figlia dalla montagna di aspre critiche che le si sta riversando addosso dopo le accuse rivolte al produttore americano Harvey Weinstein e a quelle nei confronti di un regista italiano incontrato ad appena 16 anni: «Le parole coraggiose di Asia stanno scoperchiando finalmente il vaso di Pandora su un sistema marcio. Eppure ora se la prendono tutti con lei, come se fosse lei ad aver sbagliato. La denigrano per non aver rivelato prima. Lo trovo davvero surreale e così maledettamente ingiusto».

Accusano sua figlia di aver lasciato passare troppo tempo prima di denunciare.

«Troppo tempo? Anche Angelina Jolie, Gwyneth Paltrow e tante altri grandi attrici di Hollywood stanno parlando solamente adesso. Invece di elogiarne il coraggio, come avviene all’estero, qui in Italia sono tutti contro Asia. Per me queste accuse sono incomprensibili e più ci penso più non so come sia possibile arrivare a questo punto. È un’altra violenza che si aggiunge a violenza».

Cos’è che la ferisce di più in tutta questa vicenda?

«Ripeto, le accuse a mia figlia. Tutte queste attrici hanno taciuto a lungo, 15, 20 e anche 25 anni, per paura di essere attaccate. Anzi, di venir cancellate da questi tycoon. Ed era proprio così che funzionava: Mira Sorvino ci ha rimesso la carriera per aver detto “no”. Non ha più lavorato, e lei era un premio Oscar».

Asia non era solo una giovane attrice. Era la figlia di un regista di fama mondiale. Eppure nemmeno questo l’ha protetta.

«Non so che dire. Queste persone non si vergognano davanti a niente. Non si vergognano davanti a un cognome e nemmeno davanti a una ragazzina che sta davanti a loro non per offrirsi, ma per inseguire il suo sogno nel cinema. Si tratta di persone che vivono il sesso in maniera malsana. Davvero non ho altre definizioni da dare».

Sua figlia non si confessò davvero mai con lei?

«No, Asia non mi ha detto nulla. Sono venuto a conoscenza di tutto solo in questi ultimi giorni mentre ero ad Assisi per lavoro. Stavo curando la Salomè nella Basilica di San Francesco. Ero immerso nella bellezza, avevo davanti il ciclo di affreschi di Giotto in un’atmosfera di santità. E poi, aprendo i giornali, ho scoperto un mondo di pura volgarità. Un vero incubo».

Da regista cosa pensa di questo scandalo?

«Penso che non tutto il mondo del cinema è così. Non è vero che così fan tutti: così fanno solo gli sporcaccioni. Questi comportamenti sono indifendibili e imbarazzanti. Ma per fortuna sono in tanti ad agire in maniera rispettosa delle donne».

Come sta ora sua figlia?

«Sono sincero: non la sento da qualche tempo. Lei vuole combattere questa battaglia da sola. Mi ha chiesto di rimanerne fuori. È molto determinata. E io la rispetto».

CORRIERE.IT

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