Ue, un islamico su quattro non è integrato

Una situazione con luci e ombre, e non potrebbe essere altrimenti, quella dei musulmani che vivono nell’Unione europea.

Il 76% nutre un forte attaccamento verso il Paese dove abita, ovvero un islamico su quattro non si sente integrato; il 39% ha subito discriminazioni negli ultimi cinque anni, ovvero il 61% non ne ha subite; il 42% di chi è stato fermato dalla polizia negli ultimi mesi ha affermato che all’origine del controllo c’erano o il contesto migratorio o l’appartenenza a una minoranza etnica, ovvero il 58% è stato oggetto di un controllo a suo dire non dovuto a una scelta discriminatoria delle forze dell’ordine. E il 60% dei musulmani che sono stati arrestati negli ultimi cinque anni ha dichiarato di essere stato trattato con rispetto dai rappresenti della forza pubblica. E ancora: il 48% ha dichiarato che si sentirebbe perfettamente a suo agio nel caso un membro della sua famiglia sposasse una persona non musulmana, quindi il 52% avrebbe qualche problema ad accettare il matrimonio interreligioso di un suo parente.

Questi in sintesi i risultati della seconda indagine (la prima è del 2008) sulle minoranze e le discriminazioni condotta dall’Agenzia dell’Unione europea per i Diritti fondamentali, che ha sede a Vienna ed è diretta dall’irlandese Michael O’ Flaherty, avvocato esperto in diritti umani.

Lo studio, pubblicato la settimana scorsa, si inquadra in un’indagine su 25.500 immigrati extraeuropei e si è concentrato sui 10.500 che si sono dichiarati musulmani e che sono residenti in quindici Paesi dell’Unione fra i quali anche l’Italia.

Nel rapporto si legge anche che il Paese europeo dove i musulmani dell’Africa del Nord si sentono più discriminati è l’Olanda (49%) seguita con ampio distacco da Italia (33%) e Francia (31%). Quanto alla Germania, ha dichiarato di essersi sentito discriminato il 18% dei turchi e il 50% dei musulmani provenienti dall’Africa subsahariana.

Rispetto alla prima indagine dell’Agenzia, la percentuale complessiva dei musulmani che si è sentita discriminata per motivi religiosi è aumentata dal 10 al 17%.

IL GIORNALE

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