Firenze, 9 settembre 2017 – Uno dei due carabinieri indagati per la presunta violenza sessuale ai danni di due studentesse americane, avvenuta a Firenze la notte tra mercoledì e giovedì scorsi, si sarebbe presentato oggi negli uffici della procura del capoluogo toscano accompagnato dal suo legale. Da quanto appreso, l’uomo avrebbe ammesso di aver avuto un rapporto sessuale con una delle due ragazze, sostenendo però che fosse consenziente.

Nelle prossime ore dovrebbe essere ascoltato anche l’altro carabiniere iscritto nel registro degli indagati.

Intanto è anche emerso che né al proprio comando né sui fogli di servizio i due carabinieri avevano comunicato di aver fatto salire sulla gazzella le due ragazze, fatto che di per sé già costituisce reato. Da chiarire ancora se, avendo l’auto di servizio con loro, i due carabinieri fossero ancora in servizio e dunque se si debba loro contestare anche l’“abbandono” del posto durante l’esercizio di pubblico servizio.

L’avvocato Gabriele Zanobini, legale di una delle ragazze, ha ricordato che esiste un’aggravante nei confronti dei due carabinieri, prevista dall’articolo 61 del codice penale, che punisce “il fatto commesso con abuso del potere o con violazione dei doveri inerenti una pubblica funzione: qui siamo di fronte a due pubblici ufficiali che avrebbero dovuto proteggere e non abusare delle ragazze”.

I due militari hanno, uno 40 anni (in servizio da 20), l’altro 30 anni (arruolato da molto meno tempo).

Nei confronti dei due carabinieri, l’Arma ha “disposto un provvedimento di sospensione precauzionale dall’impiego“. Lo fa sapere il comando provinciale dei carabinieri di Firenze, specificando che il provvedimento “è già stato notificato agli interessati”.

L’esito degli esami sulle tracce biologiche rinvenute sugli abiti di una delle ragazze e nel palazzo in cui si sarebbe consumata la violenza, tra l’androne e l’ascensore, dovrebbero fornire agli inquirenti maggiori elementi per avere un quadro più delineato della vicenda che ha scosso l’opinione pubblica e mobilitato anche la diplomazia statunitense.

 

Intanto la vicenda sta facendo discutere, e anche sui social i commenti sono tanti.

 

IL MINISTRO DELL’INTERNO MARCO MINNITI

«Se i fatti di Firenze dovessero esser riconfermati sarebbe una situazione molto grave. Ho apprezzato la decisione di sospendere i carabinieri accusati: una divisa non può macchiarsi di quelle cose».

 

IL SEGRETARIO DELLA LEGA  MATTEO SALVINI

“In Italia ci sono piu’ di 100.000 Carabinieri che fanno bene il loro lavoro. Hanno tutta la mia stima, guai a chi li tocca. Se due di questi a Firenze, in divisa e in servizio, hanno fatto sesso con due ragazze, anche se loro erano d’accordo, hanno fatto un errore enorme e dovrebbero immediatamente lasciare il lavoro e la divisa. Se poi si trattasse di stupro, dovrebbero essere trattati come tutti gli altri infami che mettono le mani addosso a donne o bambini”. Lo scrive sulla sua pagina Facebook il segretario della Lega, Matteo Salvini. “Permettetemi pero’, fino a prova contraria, di avere dei dubbi che si sia trattato di uno ‘stupro’, e di ritenere tutta la vicenda molto ma molto strana. Sono l’unico a pensarla cosi’?”, aggiunge.

 

IL PROCURATORE NAZIONALE ANTIMAFIA FRANCO ROBERTI

“Se le accuse dovessero essere confermate, sarebbe un caso di una gravità inaudita che andrebbe punito in modo esemplare”. Lo ha detto il Procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti, nel pomeriggio a Potenza, a margine della quinta festa regionale della Cgil, rispondendo alle domande dei giornalisti sulla presunta violenza sessuale avvenuta, a Firenze, da parte di due carabinieri ai danni di due ragazze statunitensi. “Purtroppo – ha aggiunto Roberti – non é la prima volta che assistiamo a vicende che riguardano le forze dell’ordine, ma questo é un fatto particolarmente grave, che colpisce l’opinione pubblica perché si tratta di una violenza sessuale”.

 

IL SEGRETARIO DI FARE! FLAVIO TOSI

“Speriamo che il ministro Pinotti ed il generale Del Sette ribadiscano che prima di condannare qualcuno, si accerti la verita’ sui fatti di Firenze”. Lo scrive su Twitter Flavio Tosi, segretario di Fare!.

 

ECCO TUTTA LA VICENDA

«Appena siamo entrate nel palazzo, ci sono saltati addosso. Io non ho urlato perché ho avuto paura delle armi» racconta una delle due ragazze americane che accusano i due carabinieri di stupro. Oltre vent’anni di servizio, per il più alto in grado della pattuglia di carabinieri sott’inchiesta per stupro. L’altro, più giovane, residente a Prato, era invece stato assegnato da poco al nucleo radiomobile, il pronto intervento, il 112. «Ero stordita, non mi sono resa bene conto di cosa mi stesse facendo, poi non sono riuscita a reagire», aggiunge l’altra.

IL PADRE DI FAMIGLIA E IL GIOVANE PRATESE: ECCO CHI SONO I MILITARI INDAGATI

Sono i passaggi più drammatici delle testimonianze rese dalle due studentesse americane alla polizia, confermate nell’interrogatorio in procura, proseguito fino alla tarda sera di giovedì e culminato nell’iscrizione sul registro degli indagati dei due carabinieri del nucleo radiomobile di Firenze. Momenti difficili, concitati. Delicati.

Per gli inquirenti, alle prese con una vicenda che da incredibile è diventata via via più concreta. Sono giovani, giovanissime. Stordite. Sotto choc. Erano arrivate a Firenze da poco, alla fine di agosto, meno di un mese fa. Una originaria del New Jersey, l’altra del Maine: la curiosità dei loro vent’anni e sei mesi davanti per studiare l’arte, l’italiano, e, come tanti altri coetanei e coetanee che affollano le notti fiorentine, pure qualche eccesso. Sì, una delle due ragazze aveva alzato troppo il gomito, forse aveva pure fumato, in quella serata di mercoledì al «Flò», terrazza danzante affacciata sui monumenti in cui si era radunata una comitiva a stelle e strisce dell’università.

Università che adesso le segue come una mamma, di pari passo con le autorità americane. Appena arrivate, avevano frequentato entrambe un corso di benvenuto che le scuole organizzano per gli studenti. Una descrizione della città, consigli su cosa fare, qualche ammonimento su dove non andare e una raccomandazione: in caso di difficoltà, affidarsi alle forze dell’ordine. E così è stato, quando, dopo la serata in discoteca, non riuscivano a trovare un taxi per tornare dal piazzale Michelangelo al centro storico, dove avevano preso l’appartamento in affitto. L’androne, l’ascensore, il pianerottolo, hanno offerto agli inquirenti le conferme al loro racconto: qui sono state raccolte tracce biologiche attribuite ai due carabinieri e pure gli indumenti consegnati dalle ragazze documentano gli avvenuti contatti intimi.

Dall’America è subito arrivato il papà di una delle due ragazze, in città già ieri pomeriggio. L’altra, doppia cittadinanza italiana e statunitense, ha nominato un legale, l’avvocato Gabriele Zanobini. «In questo momento preferiamo non rilasciare nessuna dichiarazione», dice, stoppando le domande. Dopo ore ed ore senza sonno, spremute dagli investigatori, ieri hanno chiesto di poter riposare. Ma una dormita non basterà a cancellare l’incubo.

INDAGINI DELLA PROCURA MILITARE – Intanto anche la Procura Militare di Roma ha aperto un’indagine per i propri aspetti di competenza in relazione alla denuncia di due studentesse americane. E il ministro della difesa Roberta Pinotti ha dichiarato che “gli accertamenti sono ancora in corso ma risulta una qualche fondatezza rispetto alle accuse che vengono mosse”.

IL RACCONTO DELLE RAGAZZE – Mercoledì notte le ragazze erano in una discoteca al piazzale Michelangelo. Quella stessa sera tre pattuglie dei carabinieri erano intervenute per sedare una rissa scoppiata davanti al locale. E proprio in una delle tre pattuglie si imbattono le giovani americane. All’uscita della discoteca avrebbero chiesto informazioni a dei carabinieri in divisa, in servizio. I due militari avrebbero detto alle ragazze: “Vi accompagnamo noi a casa”. Le ragazze si sarebbero fidate degli uomini in divisa. L’auto le ha portate in Borgo Santi Apostoli, dove vivono in affitto. Gli inquirenti hanno identificato i due carabinieri anche grazie ad alcune telecamere che hanno ripreso il passaggio della pattuglia.

La notizia sui siti internazionali

Il console generale americano ha incontrato il questore di Firenze

E c’è intanto la reazione del Dipartimento di Stato Usa, che informa che “sta prendendo le accuse formulate molto seriamente”.

LA NAZIONE