Il pasticciaccio brutto del M5S a Sesto San Giovanni

paolo colonnello
 

Il telefono dei grillini lombardi ieri è squillato tutto il giorno. Dalla base dei militanti ai coordinatori regionali. Parole infuocate dopo la notizia sullo scambio di e-mail tra il candidato sindaco del M5S a Sesto San Giovanni, Antonio Foderaro, che in piena campagna elettorale si è rivolto per un lavoro in Regione all’avversario di centrodestra Roberto Di Stefano, uscito poi vincitore al ballottaggio come nuovo sindaco della ex Stalingrado d’Italia.

 Il più arrabbiato per la figuraccia è Stefano Buffagni, consigliere regionale e “front man” dei grillini in Lombardia: «Foderaro è un pirla e pure ingenuo. Mette in difficoltà tutti nel Movimento, soprattutto chi non lo conosce. È una cosa grave e inaccettabile quello che ha fatto. Non sappiamo che fare di fronte ad uno di noi che chiede un posto in Regione facendo leva sulla sua posizione».

 

Ingenuità o tranello politico? Come immaginare di trovare un posto di lavoro nell’information technology in una controllata di Regione Lombardia mandando semplicemente una e-mail a una seconda linea di Forza Italia e alla moglie tuttofare Silvia Sardone, che può vantare il titolo di segretaria dei berlusconiani a Sesto San Giovanni? La coppia Di Stefano-Sardone preferisce non rispondere, anche se il malumore in casa degli azzurri è palpabile per questo passo falso a giunta ancora ai blocchi di partenza.

 

Il protagonista di questo pasticcio, Antonio Foderaro, affida invece alla sua pagina Facebook la difesa: «Tutto questo teorema di fantapolitica nasce da un curriculum vitae inviato per posta elettronica con una breve descrizione del mio profilo professionale. Tanto è bastato per certificare uno scambio illecito di voti e favori. Non pensavamo si arrivasse tanto. Probabilmente qualcuno vuole delegittimare il Movimento 5 stelle, che fa della trasparenza e della legalità i suoi valori fondanti. Sicuramente è stata una sciocchezza mandare il mio cv sotto quella forma. Un peccato di ingenuità. In ogni caso, ho già messo a disposizione del Movimento 5 Stelle le mie dimissioni». Non una parola sul fatto che di solito in Regione bisognerebbe accedere per concorso e non su raccomandazione.

 

Ora i fari sono puntati sulle dimissioni, una scelta che spetta ai 40 militanti sestesi che lunedì sera si ritroveranno per parlare dell’affaire Foderaro. Sul caso ci va giù duro anche l’ex sindaco di centro sinistra Monica Chittò, ancora con l’amaro in bocca per la bruciante sconfitta: «Sono sbalordita per questo scambio di e-mail. È un caso di inopportunità che in politica ha un peso: ritengo molto grave che un candidato sindaco si metta a trattare per le questioni personali durante il ballottaggio. Ancora più grave da chi dà lezioni di moralità e onestà e si è imposto come una forza anti-sistema».

LA STAMPA

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