Gb: medici rinviano stop macchine per Charlie. Papa: “Difendere vita soprattutto nella malattia”

di PIERA MATTEUCCI e ANNA LOMBARDI

LONDRA – I medici che hanno in cura Charlie Gard, il bambino britannico di 10 mesi affetto da una rara malattia genetica incurabile, hanno deciso di rinviare il momento in cui staccheranno le macchine che lo tengono in vita. Secondo un’amica di famiglia, forse accadrà nel fine settimana. “Morirà sapendo che lo abbiamo amato”, hanno detto Connie Yates e Chris Gard, che volevano portare il figlio negli Stati Uniti per una cura sperimentale e invece hanno perso la battaglia legale terminata davanti alla Corte europea per i diritti umani.

“Abbiamo parlato con l’ospedale, ci hanno dato un po’ di tempo in più da trascorrere con Charlie – si legge sul Daily Mail –. Siamo davvero grati per il sostegno del pubblico in questo momento terribilmente difficile. Stiamo raccogliendo preziosi ricordi che potremo tenere con noi per sempre, con il cuore pesante”. Giovedi scorso sono stati messi al corrente dell’intenzione dei medici di staccare il respiratore oggi. L’ultima notte accanto al suo letto, al Great Ormond Street Hospital, l’hanno passata furenti con i dottori che gli hanno anche rifiutato il permesso di portarlo a casa, a morire nella sua stanza, circondato “da tutti i familiari che vorrebbero vederlo un’ultima volta”.

Così hanno postato un videomessaggio, lanciando un ultimo appello che è stato ascoltato. Qualche ora, qualche giorno in più. L’ospedale di Great Ormond Street a Londra ha spiegato che il rinvio è dovuto anche al fatto che si stanno mettendo in atto i programmi per l’assistenza del bimbo. Lo riferisce la Bbc online.

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Secondo i medici britannici e i tribunali che hanno esaminato la vicenda non esistono concrete possibilità di miglioramento o di prolungamento della vita di Charlie e anche le terapie sperimentali non offrono alcun tipo di certezza. Non servirà dunque la montagna di denaro raccolta dal Charliès Army, l’esercito di Charlie, 1,4 milioni di sterline che sono stati donati per curarlo. “Charlie morirà sapendo che era amato da migliaia: grazia a tutti per il sostegno”, hanno scritto ancora in un post su Facebook i genitori. E hanno pubblicato una serie di foto struggenti, tra le quali una in cui sono sdraiati e riposano a fianco del piccolo che dorme. Ma sarebbe stato tutto inutile, hanno decretato i dottori, e, anzi, il viaggio in aereo e le terapie avrebbero causato nuove sofferenze al bambino, che a causa della patologia non può vedere, sentire, muoversi, piangere e neppure deglutire senza assistenza delle macchine.

• LA BATTAGLIA LEGALE
I genitori si sono rivolti in Gran Bretagna, prima all’Alta Corte, poi alla Corte d’Appello, infine alla Corte Suprema, ma i giudici hanno sempre dato ragione ai medici. Alla fine Chris e Connie si sono rivolti alla Corte Europea dei Diritti Umani che si è rifiutata di intervenire. E la direzione dell’ospedale Great Ormond Street ha fatto sapere che la loro priorità è sostenere i genitori di Charlie, e che lavorano a stretto contatto con la famiglia per discutere i prossimi passi. “Nel caso di Charlie abbiamo discusso per mesi su come possa funzionare la sospensione delle cure. Di solito, sulla base della nostra esperienza, le discussioni e la pianificazione di questi casi durano alcuni giorni”.

• LE REAZIONI
Una vicenda, quella di Charlie, che ha scatenato veglie, ma anche polemiche e dibattiti. “Soprattutto in Italia” scrive il Daily Mail. Il Papa su Twitter commenta in serata: “Difendere la vita umana, soprattutto quando è ferita dalla malattia, è un impegno d’amore che Dio affida ad ogni uomo”.

Per il segretario del Pd, Matteo Renzi, il caso meritava un’attenzione diversa dall’Europa. “Non riesco a togliermi dalla testa il pensiero del piccolo Charlie. Mi fanno paura i social quando diventano curve da tifoseria con persone che sparano certezze e urlano, non cerco facili like. Ma condivido uno stato d’animo, più che uno status: il dolore di quei genitori e di quel bambino mi rimbomba in testa continuamente”, scrive su Facebook l’ex presidente del Consiglio. “Mi sembra insopportabile per noi, figuriamoci per quella povera famiglia che vive queste ore così. Perché la Corte Europea dei diritti umani (diritti?) non ha concesso la cura sperimentale in America? Perché non consentire alla scienza un ultimo tentativo? Facciamo proteste ovunque per qualsiasi cucciolo, e facciamo bene. E un piccolo cucciolo d’uomo non valeva un’attenzione diversa delle autorità europee? Per una volta ho più domande che risposte…”, conclude.

Beppe Grillo si scaglia contro la Ue, definita senz’anima, dimenticando, però, che la Cedu non è un organismo dell’Unione europea. “Neppure Pilato se ne lavò le mani in questo modo. Charlie Gard non è clinicamente morto, i suoi genitori non desiderano che siano spente le macchine che lo tengono in vita, addirittura se ne andranno via! Un viaggio di coraggio e di speranza: una musica che trova orecchie da mercante in questa Europetta insipida e senz’anima”, scrive il leader M5s sul suo blog.

“La Corte europea per i diritti dell’uomo – spiega – ha sentenziato: ciò che hanno deciso i tribunali inglesi riguardo la sospensione dei trattamenti per mantenere in vita il piccolo Charlie Gard va bene così. Non è entrata nel merito la Corte europea. Si è comportata come una Corte di Cassazione: non è più un processo al fatto in sé, ma piuttosto alla forma dei gradi di giudizio precedenti. È incredibile, significa che tutta la Ue non ha da dire nulla, in più oppure in meno, riguardo una questione così atrocemente fondamentale”.

“Avere la risposta in tasca per situazioni come queste è arrogante in ogni caso, ma la vita va salvaguardata senza dubbio. Per altro una malattia che distrugge i microscopici polmoni che stanno dentro le cellule (i mitocondri) progressivamente e senza eccezioni note è una specie di incubo solido! Un orrore che condanna a morte certa un bellissimo bimbo”, rimarca il leader M5s.

Non si discosta da questa visione il leader della Lega Nord, Matteo Salvini: “‘Volevamo portarlo a casa, fargli l’ultimo bagnetto e avvolgerlo in lenzuola in cui non aveva mai dormito… Volevamo morisse a casa sua, tra l’affetto di genitori, parenti e amici, non ce l’hanno permesso…’. Ma come si fa??? È un omicidio con la complicità, anche questa volta, dell’Ue che tace. Da papà, un bacio al piccolo e un abbraccio fortissimo ai suoi coraggiosi genitori”, ha detto il segretario del Carroccio.

Anche la Cei, nella persona di don Arice, condanna la gestione del caso: “Disumano stabilire chi ha diritto di vita e chi no”. Per il direttore dell’Ufficio Nazionale per la Pastorale della Salute della Cei, “il problema è che il caso rischia di fare scuola, aprendo strade di morte”. Con questa vicenda, ha aggiunto, si tocca con mano “la crisi antropologica denunciata da papa Francesco con la cultura dello scarto. Si fissano parametri su ciò che è vita e dignità e su ciò che non lo è, questa è disumanità. Stiamo andando verso il principio di autodeterminazione dove i diritti individuali (“che talvolta sono solo desideri”) devono essere garantiti dallo Stato”.

• LE TAPPE DELLA VICENDA

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