Piero Angela e la vocazione dei ‘perché’: così nacque ‘Quark’

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Casa borghese con un tocco esotico. Circondato da maschere africane, mestoli tibetani, statuette, ricordi di accumulati in una vita di viaggi, Piero Angela ha l’aria dell’esploratore pronto a rifare la valigia. La moglie Margherita, grandi occhi azzurri, elegante e minuta, è stata la sua complice. “Siamo andati ovunque” spiega la signora d’acciaio che ha scalato montagne e, tra tende e escursioni nel deserto, ha dormito ovunque. Aveva 19 anni quando si sono conosciuti: si sposano, lei abbandona la Scala di Milano e la danza classica. Lui, schivo e discreto, nella sua autobiografia Il mio lungo viaggio-90 anni di storie vissute che ha scalato le classifica dei libri più venduti, sintetizza così l’incontro: “Fu una decisione presa con il cuore, più che con la testa”. Non usa la parola amore. “Ho sempre avuto pudore. Non scriverei mai un romanzo d’amore, sono sentimenti veri che uno esprime senza andare a cantare a Sanremo”. Il figlio Alberto ha seguito le sue orme, la figlia Christine ha studiato grafica.

Divulgatore amato da generazioni di spettatori, Piero Angela dal 21 giugno torna su RaiUno con Superquark (nove puntate in onda il mercoledì) in cui continua a spiegare con semplicità i segreti della scienza e a svelare i misteri della natura. Una formula ispirata da “Quark” nato nel 1981. Debutta dopo “Dallas”, in seconda serata e conquista il pubblico – nove milioni di spettatori – segnando una piccola rivoluzione. “A me veramente sembrava di aver scoperto l’acqua calda” dice il giornalista con ironia. “Lavoro con lo stesso gruppo, poi sono nati i nipotini di Quark. Superquark, le pillole di Quark, gli speciali sui dinosauri, il viaggio nel corpo umano”.

Il giornalista simbolo del servizio pubblico spiega che non avrebbe mai lasciato la Rai e che non gli piace la politica. Il libro è un viaggio personale che s’intreccia con la storia d’Italia. Il padre Carlo psichiatra a Torino, che salvò decine di ebrei (onorato dallo Yad Vashem con il titolo di “Giusto tra le nazioni”), l’educazione rigida, la passione per la musica e la curiosità che ha guidato la sua vita. “Avevo ricevuto l’enciclopedia dei ragazzi. Il libro dei perché era il mio preferito” confessa Angela, camicia scozzese e jeans, 88 anni portati con disinvoltura. “Sono sempre stato un perfezionista, come tutti i timidi. Credo che le cose si possano fare sempre meglio”.

Gli anni di Parigi (gli incontri con Yves Montand, Cocteau), il periodo come corrispondente e Bruxelles, il ritorno in Italia nel 1968 quando Fabiano Fabiani lo chiama per affidargli la conduzione del Tg1 (rifiuta di fare il direttore del Tg2 su proposta di Ugo La Malfa, e dice no anche alla proposta dell’ex presidente della Rai, Letizia Moratti, di diventare direttore di rete), i viaggi col figlio Alberto in Africa (“Dormivamo sulle stuoie, per fare pipì dovevamo stare attenti ai serpenti velenosi e ai leopardi”). Tra gli aneddoti l’incontro con Berlusconi “al bagno, eravamo andati a fare la pipì”, il “duello” con Fellini che crede nei poteri del sensitivo Rol, la sfida a boccette con Sean Connery. Si capisce che dalla vita ha avuto molto e che ha avuto il privilegio di fare le sue scelte. “Mi ha guidato la passione, è la molla di tutto”.

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