Terremoto, inagibile il 40% di case e scuole, 10 miliardi per sisma e gelo

L’emergenza non è ancora terminata, ma è già tempo di fare il conto dei danni. Perché dopo le tre scosse di mercoledì scorso e le bufere di neve che hanno travolto il Centro Italia, bisogna prevedere nuovi stanziamenti per fare fronte alle necessità della popolazione e soprattutto trattare con l’Unione europea che ha chiesto una correzione dei conti pubblici pari allo 0,2.

Oltre 13mila sfollati

La stima parla di oltre 10 miliardi di euro che sono indispensabili per affrontare le urgenze e poi la ricostruzione. La lista della spesa è contenuta nelle ordinanze che il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio emette ormai quasi quotidianamente per provvedere alle necessità dei vari Comuni devastati prima dal terremoto e poi dal maltempo. Il numero degli sfollati continua a salire, ieri erano 13.523 le persone assistite: 7.144 nelle Marche, 2.085 in Umbria, 597 nel Lazio e 3.697 in Abruzzo.

Il Fondo straordinario

Il conteggio dei soldi è stato effettuato sulla base di quanto richiesto a Bruxelles il 16 novembre scorso per attivare il Fondo di solidarietà relativamente al terremoto del 24 agosto. Nel dossier viene specificato che «i danni ammontano a 7 miliardi e 56 milioni di euro, di cui 4,9 miliardi relativi agli edifici privati e 350 milioni a quelli pubblici, circa 542 milioni per il patrimonio culturale, oltre 532 milioni le spese per la gestione delle attività di soccorso e assistenza alla popolazione, 732 milioni per infrastrutture di viabilità e reti dei servizi essenziali». Tenendo conto che dopo il sisma dell’estate c’è stato quello di ottobre le ultime scosse e poi l’ondata di maltempo che non sembra avere precedenti, si è stimato che l’aggiunta necessaria debba essere almeno pari alla metà di quanto già calcolato. E dunque altri 3 miliardi e mezzo, anche perché il «cratere» si è allargato a numerosi paesi dell’Abruzzo che finora non erano stati coinvolti dal terremoto.

Gli edifici non agibili

Per avere un’idea di quale sia l’entità dei danni basta scorrere i dati della Protezione civile relativi ai sopralluoghi negli edifici privati. Si scopre così che sono state effettuate «verifiche di agibilità in 93.467 stabili, ma solo a 38.427 è stato attribuito un esito (per le altre non è stato possibile accedere all’edificio)». I risultati dimostrano che il 40 per cento non è agibile visto che soltanto 22.004 hanno superato le verifiche. La stessa media riguarda le scuole. Nei report viene sottolineato che «sugli edifici scolastici sono state svolte complessivamente 1.979 verifiche: 1.322 (67%) edifici hanno avuto esito A (agibile)». Per quanto riguarda il patrimonio artistico «sono stati effettuati 1.400 controlli e recuperati 8.876 beni mobili da 244 siti: su 90 interventi di copertura provvisoria di beni culturali oggetto di crolli, 28 sono in corso mentre su 52 interventi di messa in sicurezza prioritari su beni mobili, ne sono in corso 21».

Casette e container

Sono dieci i Comuni dove saranno sistemati i container per circa 1.500 posti. Sono già pronti i campi a Camerino, Tolentino, Norcia e Cascia. Sono invece 755 le casette già ordinate — 181 ad Accumoli, 191 a Norcia, 303 ad Amatrice, 80 ad Arquata — ma molte altre dovranno essere predisposte. Il costo è di 1.075 euro a metro quadro a cui si deve aggiungere per ogni casetta: «18.000 per l’urbanizzazione, 7.000 per le fondazioni, oltre alle opere aggiuntive per connessioni alle reti dei servizi».

I soldi per gli affitti

C’è chi è stato costretto a trasferirsi negli alberghi e chi invece ha scelto di rimanere nel proprio paese ma non ha più la casa. Infine ci sono quelle famiglie che hanno trovato una sistemazione alternativa a quella messa a disposizione dalla Protezione civile. E anche questo ha un costo. Perché l’ordinanza firmata già ad agosto da Curcio prevede «un contributo di 200 euro al mese per ogni persona che risiede nell’abitazione fino a un massimo di 600 euro. La cifra per i single è di 300 euro, mentre per chi ha più di 65 anni, per i portatori di handicap, per i disabili con una percentuale di invalidità non inferiore al 67% c’è un contributo aggiuntivo di 200 euro, anche oltre il limite massimo di 600 euro mensili previsti.

CORRIERE.IT

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