Archive for Luglio, 2020

Il monito di Mattarella sulle mascherine: “Libertà non è far ammalare gli altri”

venerdì, Luglio 31st, 2020

Francesca Galici

Come tradizione, anche quest’anno si è tenuta la cerimonia del Ventaglio, un rituale fisso che prevede la consegna di un ventaglio decorato da parte dell’Associazione stampa parlamentare al Presidente della Repubblica, della Camera e del Senato.

Il Covid-19 non ha fermato l’evento che si è svolto questa mattina con la consegna del ventaglio a Sergio Mattarella al Quirinale. Inevitabile che il discorso del Capo dello Stato sia stato incentrato sul momento politico, economico e sociale particolare del Paese, stretto tra la morsa della crisi economica e dello spettro di una nuova ondata di contagi dopo lo tsunami di febbraio e marzo.

Sergio Mattarella ha dribblato con abilità la possibilità di ricevere domande in merito a quanto accaduto ieri in Senato col via libera al processo per Matteo Salvini in relazione alla vicenda Open Arms. Il Presidente della Repubblica, fedele al suo ruolo garantista delle istituzioni, si è dichiarato super partes in questa vicenda: “Non entro nel dibattito politico, come è dovere di chi ricopre ruoli di garanzia“.

Sergio Mattarella si sarebbe aspettato maggiore prudenza da parte del Paese dopo quanto accaduto nei mesi precedenti: “C’è la tendenza a dimenticare e a rimuovere esperienze sgradevoli. Forse non era immaginabile che la rimozione affiorasse cosi presto mente nel nostro Paese continuano a morire persone per il virus”. Da qui il suo monito a “non abbassare le difese”, anche nel ricordo dei sacrifici fatti dagli italiani durante il lockdown, che hanno permesso il contenimento dell’epidemia.

Nel suo lungo discorso, il Presidente della Repubblica ha ricordato la morte, quattro mesi fa, di 800 italiani in un solo giorno a causa del Coronavirus. Ha preso come esempio la situazione di altri Paesi, dove “il rifiuto o l’impossibilità di quei comportamenti ha provocato o sta provocando drammatiche conseguenze“. Proprio facendo leva su questo, il Sergio Mattarella ha richiamato il Paese alla responsabilità, spingendo sull’utilizzo delle mascherine laddove necessario perché “libertà non è far ammalare gli altri”.

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Coronavirus, 133 positivi a Treviso nell’ex Caserma Serena. Zaia: «Va trattata da zona rossa»

venerdì, Luglio 31st, 2020

di Claudio Del Frate e Silvia Madiotto

Nell’improvviso balzo in avanti di casi di Covid registrato oggi, giovedì, in Italia, il numero maggiore si registra in Veneto. E all’interno del Veneto è Treviso a fare i conti con il risveglio del Covid. Un bollettino diffuso in serata mette a statistica 199 nuovi contagi nelle ultime 24 ore, 133 dei quali hanno toccato migranti ospitati alla caserma «Silvio Serena», di Casier (Treviso) una struttura che da anni funziona da centro di accoglienza. Qui è stato individuato un nuovo focolaio del virus ma il fatto che i malati siano migranti ha immediatamente incendiato il dibattito politico. Matteo Salvini, intervenuto in mattinata al Senato sul caso Open Arms, ha subito accusato il governo di agevolare la diffusione del virus attraverso la politica dei porti aperti, il, sindaco di Treviso Mario Conte ha annunciato che denuncerà il governo per il «danno incalcolabile» arrecato alla città. In realtà le persone della «Serena» infettatesi non hanno nulla a che vedere con i recenti sbarchi a Lampedusa. Alcuni sono a Treviso addirittura da anni. «Un mega pasticcio, le forme di ospitalità “senza se e senza ma”, a differenza di quelle per chi scappa davvero dalla morte o dalla fame e che va aiutato, causano solo guai. Visti i rischi sanitari, i centri di accoglienza devono essere trattati come zone rosse, senza le scelte dei Comuni», aveva detto ieri il governatore del Veneto, Luca Zaia, come si legge sul Gazzettino, commentando la situazione del Centro di accoglienza allestito all’interno dell’ex caserma Serena.

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Coronavirus, Istat: Pil secondo trimestre -12,4%, mai così male

venerdì, Luglio 31st, 2020

Crolla di oltre il 12% il Pil italiano nel secondo trimestre a causa della crisi del coronavirus, dopo il pesante -5,4% registrato nei primi tre mesi dell’anno. Lo comunica l’Istat, secondo cui ad aprile-giugno il Pil è diminuito del 12,4% rispetto a gennaio-marzo e del 17,3% a confronto con il secondo trimestre del 2019. Con il risultato del secondo trimestre, spiega l’Istat, il Pil segna “il valore più basso dal primo trimestre 1995”. 

La variazione acquisita del Pil per il 2020 è negativa, pari a -14,3%, spiega ancora l’Istat, dando conto del risultato che si otterrebbe nel caso in cui in tutti i restanti trimestri dell’anno si registrasse una crescita congiunturale nulla. Il valore del Pil nel secondo trimestre del 2020 risulta essersi ridotto di 50 miliardi e 289 milioni nel confronto con il precedente trimestre. 

Secondo l’Istat, “dopo la forte riduzione registrata nel primo trimestre (-5,4%), l’economia italiana nel secondo trimestre 2020 ha subito una contrazione senza precedenti (-12,4%) per il pieno dispiegarsi degli effetti economici dell’emergenza sanitaria e delle misure di contenimento adottate”.

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Esclusivo: i cinque milioni di Attilio Fontana offshore, ecco i documenti dalle Bahamas

venerdì, Luglio 31st, 2020

di Vittorio Malagutti

Esclusivo: i cinque milioni di Attilio Fontana offshore, ecco i documenti dalle Bahamas

La grande banca internazionale, lo studio legale del Liechtenstein, la società di servizi alle Bahamas, i contabili delle British Virgin islands: tutti al servizio del tesoretto di famiglia di Attilio Fontana. I documenti che l’Espresso ha potuto consultare, e pubblicati qui, dimostrano che il conto svizzero da 5 milioni di euro intestato alla madre del presidente della Lombardia ha ricevuto per anni un trattamento di prim’ordine, da hotel di lusso della finanza offshore.

Le carte che arrivano dai Caraibi mal si conciliano con il racconto del politico leghista, che nei giorni scorsi ha descritto quei soldi come una sorta di salvadanaio dimenticato in soffitta, un conto «non operativo da decine di anni, almeno da metà degli anni Ottanta».

In realtà il deposito all’Ubs di Lugano, su cui Fontana ha avuto fin da subito una delega a disporre operazioni, risale al 1997.

La svolta arriva nel 2005, quando entra in scena il trust Montemellon valley delle Bahamas, che di fatto serve da schermo per coprire il reale proprietario di quel patrimonio, cioè Maria Giovanna Brunella, la mamma, una dentista in pensione, dell’allora presidente del consiglio regionale lombardo. Quest’ultimo viene designato come erede beneficiario del trust. Di fatto quei soldi non si spostano dalla Svizzera, restano in deposito all’Ubs, ma dal giugno 2005 battono bandiera delle Bahamas, paradiso fiscale tra i più impenetrabili al mondo.

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Covid, il Comitato Tecnico-Scientifico: “Trend in crescita. Preoccupati dall’evoluzione della curva”

venerdì, Luglio 31st, 2020

I dati degli ultimi giorni “destano preoccupazione e richiedono la massima attenzione da parte di tutti”. Così fonti del Comitato tecnico scientifico del governo analizzano gli ultimi numeri sulla diffusione del coronavirus in Italia, sottolineando comunque che sia il sistema sanitario sia quello per individuare i nuovi focolai “stanno funzionando bene e per il momento non ci sono criticità”.

“Il trend dei contagi è in crescita – aggiungono le fonti – ed esiste il rischio che la situazione possa sfuggire di mano come avvenuto già in altri paesi europei ed extraeuropei”. Per questo, è l’invito ribadito dal Cts, occorre “massima attenzione” nel rispetto delle misure di prevenzione, dal distanziamento sociale all’uso della mascherina fino al divieto di assembramento.

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Aridatece Minniti

venerdì, Luglio 31st, 2020

Aridatece Minniti, ovvero una politica sull’immigrazione, in grado di contenere e sfidare l’orda sovranista. E, con lui, anche una certa professionalità, perché la materia in questione non è roba da apprendisti, prefetti sia pur bravi, moralisti a ore che, scesi dalle nave su cui sono saliti, si dimenticano che i decreti sicurezza vivono e lottano insieme noi. Perché è chiaro: è lì, sul tema più divisivo dei migranti, il cuore della contesa. È lì che anche un leader come Salvini, appannato nei sondaggi, spiazzato dal nuovo contesto europeo, con l’orologio politico e biologico fermo al Papeete, come un calciatore che fa sempre lo stesso tiro, ritrova il dischetto da cui fare goal.

Le immagini, guardate le immagini, il linguaggio del corpo, il tono della voce. Una settimana fa, al Senato, dopo la svolta europea sul recovery fund Salvini si perse in un discorso sconclusionato, in cui parlò più di canne e marijuana che di fondi. Oggi, in un’Aula trasformata in una bolgia sulla Open Arms, è tornato a indossare la divisa del Capitano che ferma i “pirati”, e, con essa, i panni della vittima, del perseguitato spedito a processo per aver difeso i confini contro l’“invasione”. È evidente il tentativo di riportare indietro l’orologio della storia, ai tempi della battaglia navale condotta dal Viminale e, più in generale, ai tempi in cui trasformò la paura in impresa, piuttosto remunerativa in termini di fatturati elettorali.

Il problema è che l’orologio è andato avanti, ma il contesto, semmai, è ancora più estremo, reso drammatico dall’emergenza Covid. A Treviso è esplosa la rivolta nella caserma in cui erano accolti trecento migranti, dopo che si sono registrati 129 casi positivi. E il sindaco ha deciso di chiedere i danni al governo. Non ci vuole una Cassandra per prevedere che non sarà un caso isolato, ma il paradigma dei prossimi mesi. Semmai bisogna riconoscere che proprio Minniti lo aveva previsto. È oggettivo. Basta rileggere l’intervista al Foglio di sabato scorso, e anche quelle precedenti in verità, in cui invitava la sinistra a sfidare in nazional populisti “sapendo che la cosa peggiore da fare è inseguire gli eventi anziché governarli”. A maggior ragione di fronte all’evidente nesso tra immigrazione e pandemia che rischia di lacerare il tessuto democratico nel conflitto tra democrazia e salute.

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Luigi Di Maio: “Mettiamo fuori uso i barconi dei migranti”

venerdì, Luglio 31st, 2020

“La questione degli sbarchi, unita al rischio sanitario con la pandemia è un tema di sicurezza nazionale” e “noi non dobbiamo pensare a come fermare gli sbarchi, ma a come bloccare le partenze”, quindi “bisogna lavorare subito ad un accordo con le autorità tunisine affinchè sequestrino in loco e mettano fuori uso barchini e gommoni utilizzati per le traversate”: ad affermarlo è il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in un’intervista al Corriere della Sera. “Qui non si tratta di avere una linea dura o meno, non c’è e non deve esserci un approccio ideologico al tema, bensì pragmatico e concreto”, ha sottolineato il titolare della Farnesina.

Secondo Di Maio, infatti, “il momento è molto delicato” e “Il piano da avanzare è articolato” e così “va portato avanti il negoziato per un nuovo accordo in materia migratoria” perchè “le imbarcazioni che stanno arrivando sono di questo tipo qui, cosiddette fantasma, spesso fuggono ai radar”.

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Mattarella a Bologna per i 40 anni dalle due stragi: “Dolore, ricordo, verità”

venerdì, Luglio 31st, 2020

di GIUSEPPE BALDESSARRO, ELEONORA CAPELLI e ILARIA VENTURI

BOLOGNA – “Dopo il gesto di omaggio alla lapide che ricorda le vittime della barbarie degli stragisti vi sono poche parole da poter pronunciare: dolore, ricordo, verità”: è la riflessione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in stazione a Bologna per rendere omaggio alla lapide che ricorda i caduti nella sala d’aspetto dove esplose la bomba il 2 agosto 1980. Una giornata, quella del capo dello Stato, dedicata al ricordo delle due stragi di quarant’anni fa, quella di Ustica (27 giugno 1980, 81 vittime) e alla stazione (2 agosto 1980, 85 vittime e 200 feriti). “La mia presenza qui ha questo signifcato: la partecipazione al dolore che rimane, la solidarietà della Repubblica per questo dolore. Il dovere del ricordo della memoria perché non si smarrisca mai la consapevolezza di quanto avvenuto e che va impedito per il futuro”.

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l dolore, il ricordo, la verità. “Il dolore per le vittime – ha detto il capo dello Stato – per tante donne, uomini, bambini, assassinati dalla violenza del terrore stragista. Ognuna di queste persone aveva una storia, una prospettiva di vita, un futuro che è stato rimosso, sottratto loro e cancellato. È stata sconvolta la vita di molti familiari delle vittime. Questo ha indebolito il nostro Paese nella società complessivamente”. Un dolore, ha aggiunto, che “non è estinguibile. È una ferita che non può rimarginarsi e che per questo chiede ricordo. Il ricordo delle vittime anzitutto – ha affermato Mattarella – di quel che è avvenuto, per essere vigili, per evitare che si ripetano”.

“Nel ricordo rientra anche rammentare la reazione di Bologna, dei bolognesi. Una reazione immediata di soccorso per i feriti, una reazione civile, determinata, composta, con molta forza a difesa della vita, della libertà, della democrazia, contro lo stragismo e contro la strategia del terrore”. “Questo ricordo naturalmente sarebbe incompleto e inefficace se non accompagnato come è stato fatto in questi anni costantemente dai familiari delle vittime dell’associazione che le rappresenta dalla richiesta di verità piena. E questo è il terzo elemento che vorrei sottolineare – conclude Mattarella – L’esigenza di piena verità, di giustizia di verità completa che è stata perseguita con determinata e meritoria ostinazione dall’azione giudiziaria, dalla sollecitazione dei cittadini, dei familiari delle vittime contro ogni tentativo di depistaggio e di occultamento. E questo richiede naturalmente che si faccia di tutto, con un impegno completo e senza alcuna riserva, perché la verità venga raggiunta in pieno”.

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Migranti, la sindaca 5 Stelle esce dal coro: “I blocchi navali non sono tabù”

venerdì, Luglio 31st, 2020

di ALESSANDRO FARRUGGIA

I blocchi navali? Quando ce n’è l’estrema necessità si possono anche fare. Del resto li decise anche la sinistra, governo Prodi, anno 1997, nei confronti dell’Albania. Non dico che servano ora, ma un controllo puntuale del canale di Sicilia, quello sì che serve. Abbiamo bisogno di meno pregiudizi ideologici e di una sana gestione del problema, che oggi non è tanto di immigrazione tout court ma di emergenza sanitaria legata agli sbarchi. Vorrei che si facesse meno uso strumentale del tema, da un lato e dall’altro, e si usasse più pragmatismo“. Ida Carmina (nella foto), ex funzionario di Polizia, avvocato , docente di diritto, dal 2016 sindaco pentastellato di Porto Empedocle, è abituata a parlare fuori dalle righe.

Sindaco Carmina, Salvini fece bene ad attuare il blocco dei porti?

“Io avrei puntato di più sul lavorare per ridurre le partenze e pretendere una redistribuzione in Europa, più che prendermela con le Ong e chiudere i porti. La linea di noi 5 Stelle è sempre stata conciliare rigore, solidarietà e legalità. Comunque, quella di Salvini fu una scelta politica”.

Quindi non meritava il rinvio a giudizio?

“Non spetta a me dirlo. Ma a un amministratore può capitare di essere chiamato a rispondere dei suoi atti. Ogni volta che ne firmo uno, so che c’è questo rischio. Nessuno è al di sopra della legge. Questo premesso, io non entro nel merito della vicenda, ma fossi lui mi fiderei della giustizia. Nulla è già scritto. E da noi si dice: ’La coscienza pulita non teme il temporale’”.

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Corinaldo, banda dello spray. La sentenza, condanne tra i 10 e 12 anni

venerdì, Luglio 31st, 2020

Ancona, 30 luglio 2020 – Arrivano le condanne, ma con pene ridotte rispetto alle richieste dell’accusa, per la banda dello spray. E’ arrivata poco dopo le 14.30 la sentenza per la strage alla discoteca di Corinaldo, emessa dal gup del tribunale di Ancona, Paola Moscaroli, al termine della settima udienza del processo che si è svolto con il rito abbreviato e a porte chiuse.

Sei ragazzi della Bassa Modenese sono stati condannati dai 10 ai 12 anni, accusati di aver provocato la morte di cinque minorenni e una mamma alla Lanterna Azzurra, la notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018.  

Tra i capi d’imputazione, riconosciuti l’omicidio preterintenzionale, lesioni personali, furto e rapina. Non l’associazione a delinquere. “Siamo delusi – ha detto
uscendo dall’aula il fratello di Benedetta Vitali, una delle vittime – non ci aspettavamo questa decisione, siamo amareggiati. Aspettiamo l’altro processo”.

Per i 6 imputati pene ridotte rispetto alle richieste dell’accusa: dodici anni e 4 mesi per Ugo Di Puorto, 12 anni e 3 mesi per Raffaele Mormone, 10 anni e 5 mesi per Badr Amouiyah, 11 anni e 3 mesi per Andrea Cavallari, 10 anni e 11 mesi per Souhaib Haddada e 11 anni e 2 mesi per Moez Akari.

In discoteca, mentre si attendeva l’arrivo del trapper Sfera Ebbasta, era stato spruzzato del peperoncino per rubare più facilmente le collanine d’oro indossate dal pubblico fatto di tanti giovani.

Gli spruzzi di sostanza urticante, per l’accusa, avrebbero generato il fuggi fuggi dalla discoteca quella sera culminato con il cedimento di una balaustra fuori dall’uscita di sicurezza n.3: morirono cinque adolescenti – Asia Nasoni, Benedetta Vitali, Daniele Pongetti, Emma Fabini, Mattia Orlandi – e la 39enne Eleonora Girolimini.

Il 25 giugno scorso la Procura, con i pubblici ministeri Paolo Gubinelli e Valentina Bavai, aveva chiesto la condanna per tutti, in totale erano più di 100 anni di carcere.

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