Archive for the ‘Emilia-Romagna’ Category

Rimini, violenza sessuale da arancia meccanica sulla spiaggia. In quattro la stuprano davanti all’amico

domenica, Agosto 27th, 2017

L’ultima sera doveva essere la più bella. È stata la più terribile della loro vita. Sono le quattro del mattino di ieri, il lungomare di Rimini è buio e deserto. Bagno 130, che significa zona Sud della città, verso Riccione, dove la spiaggia è lunga un centinaio di metri e prima di arrivarci ci sono sedici file di ombrelloni. La coppia si trovava sulla passeggiata interna parallela alla strada. Non sono sposati né fidanzati. Hanno 26 anni e sono polacchi. Sarebbero dovuti ripartire sabato in pullman con altri cinquanta connazionali, tutti giovani e per la maggior parte universitari, giunti in Romagna una settimana prima.

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Quattro delitti per un serial killer, l’ombra di Igor su altre vittime

venerdì, Aprile 14th, 2017

al nostro inviato GIUSEPPE BALDESSARRO

MOLINELLA (BOLOGNA) – C’è l’ombra di Norbert Feher, alias Igor Vaclavic, su almeno quattro omicidi in tre province emiliano romagnole. E c’è la stessa firma su una serie di rapine. Un lungo filo rosso unisce fatti criminali che solo in parte sono stati contestati al super ricercato per i delitti di Budrio e Portomaggiore, ma sui i quali le diverse procure hanno ora riacceso i riflettori.

Il primo episodio di sangue risale al 9 settembre del 2015, quando una banda di stranieri, tutti di origine dell’Est Europa, fa irruzione in casa di un pensionato, Pier Luigi Tartari. L’anziano viene legato e massacrato di botte, fino a morire nella sua casa ad Aguscello, frazione di Ferrara. Il gruppo viene individuato, arrestato e condannato per omicidio aggravato, con due ergastoli e una pena a 30 anni. Si tratta di Patrik Ruszo, Costantin Fiti e Ivan Pajdek, sono uomini della banda di quello che all’epoca era noto come “Igor il russo”.Con loro aveva compiuto una serie di assalti a a Ferrara. Lui non partecipa alla rapina di Aguscello, ma dalla casa di Tartari spariscono due fucili da caccia che, secondo gli inquirenti, potrebbero essere stati successivamente consegnati al vecchio compagno di scorribande.

Il 30 dicembre 2015, invece, una guardia giurata viene aggredita a Savio, in provincia di Ravenna. Un bandito gli tende un agguato sparando un colpo di fucile sul lunotto posteriore, a scopo intimidatorio. L’agente Salvatore Chianese prova a reagire e viene colpito a morte da una seconda rosata di pallini esplosi in faccia. I carabinieri e la procura aprono un’inchiesta contro ignoti, ma alla luce di nuovi episodi si sono convinti che a far fuoco possa essere stato proprio Feher. In questo senso, il 2015 anticipa il modus operandi del serbo. A marzo 2017 infatti, una seconda guardia giurata viene assalita e derubata della pistola con modalità identiche, a Consandolo, vicino Argenta. L’assalitore spara contro l’auto un colpo di avvertimento, la guardia si mette faccia a terra senza reagire, e l’uomo «con l’accento dell’Est» gli sfila una Smith e Wesson calibro 9 x 21, argentata. (altro…)

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Budrio, la moglie del barista ucciso «Me lo sono trovato davanti: non c’era nessuna pietà nei suoi occhi»

lunedì, Aprile 3rd, 2017

Maria che scende le scale con il cuore che batte veloce per la paura. Maria che afferra una scopa perché «almeno avevo qualcosa per difendermi». Maria che arriva all’ultimo gradino e incrocia l’uomo dei suoi futuri incubi. Quello ha una sciarpa avvolta sul viso, il cappello di una felpa calato in testa ma gli occhi si vedono («Non c’era nessuna pietà in quegli occhi»). E il coraggio arriva all’improvviso davanti a quello sguardo. Lui le punta al collo la pistola e lei gli urla in faccia: «Che fai? Vuoi ammazzare anche me?». Forse è il suo tono, forse la testa alta davanti alla pistola. Qualcosa della sua reazione disinnesca la miccia già accesa della morte e l’uomo scappa via senza dire una parola, senza premere il grilletto. Maria rimane lì in piedi, a tremare e a pregare il cielo che Davide, l’uomo della sua vita, per terra in mezzo al sangue, sia ancora vivo. Non le ci vuole molto a capire che ogni preghiera è vana. Davide non respira più. Tutto questo sabato sera, soltanto due giorni fa per il mondo intero, una vita fa per lei perché senza più il suo Davide l’esistenza non è la stessa.
Budrio, rapinatore uccide barista

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Bologna, la polizia carica dentro l’Università

giovedì, Febbraio 9th, 2017

di M. Centuori – Corriere di Bologna Tv

Dopo giorni di proteste contro i tornelli installati alla biblioteca di Lettere, culminate mercoledì con una porta a vetri letteralmente portata via dai collettivi, giovedì l’Ateneo ha chiuso le porte. (altro…)

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Il ragazzo che ha ucciso i genitori con l’amico: “Con la cocaina mi sento come un supereroe”

venerdì, Gennaio 13th, 2017
niccolò zancan
inviato a pontelangorino (ferrara)

«È successo davanti alla lavanderia», dice adesso un caro amico degli assassini. È un mondo stretto. Senza aria alle finestre e senza sogni. Tutto compreso qui, fra il Bar Club 1 e questa lavanderia con un parcheggio e una panchina davanti.

 

Passano le auto sulla strada provinciale, i ragazzi fumano le sigarette elettroniche, entrano, escono, fumano ancora, giocano a biliardino, raccontano. Questo amico degli assassini ha 17 anni, dà nome, cognome e numero di telefono: «R. aveva provato la coca. Lo ha raccontato qui davanti alla lavanderia. Gli era piaciuta molto. Si sentiva proprio bene, carico. Aveva tirato calci a una porta e sfondato una finestra a pugni. Mi ricordo che aveva detto di essersi sentito come un supereroe. Secondo me, per combinare quello che hanno fatto l’avevano presa entrambi. E poi so che fumavano anche le canne e l’oppio».

 

Così sono stati uccisi i due coniugi di Pontelangorino dal figlio e l’amico

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